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Rehub: dagli scarti del vetro oggetti di design

Grazie all'idea di due designer gli scarti del vetro vengono trasformati da rifiuti a nuovi oggetti e accessori per il mondo della moda.

Ogni anno a Murano si producono mille tonnellate di scarti di vetro che finiscono come rifiuti speciali in discarica. Questo perché non tutti i rifiuti in vetro possono essere riciclati ed è perciò necessario porre l’attenzione dovuta alla corretta differenziazione. In realtà solo gli imballaggi in vetro possono essere infatti recuperati, tra cui bottiglie, vasi e vasetti alimentari, compresi i barattoli ma senza coperchi. Da questo problema è nata l’idea di due designer Matteo Silverio e Marta Donàdi di fondare Rehub, una startup dove gli scarti entrano come rifiuti ed escono con una nuova vita. 

Come viene impiegato il vetro?

Grazie alla tecnologia, i due designer hanno ideato un processo in grado di trasformare il vetro di scarto in una pasta morbida che viene modellata a mano, ma anche tramite stampanti 3D o utilizzando tecniche a iniezione. Tutto a temperatura ambiente. “Mixiamo il vetro con dei leganti naturali che lo rendono facilmente lavorabile. Così possiamo realizzare qualsiasi oggetto di design e accessori per il mondo della moda. La stampa 3D del vetro non è una novità, ma esiste come processo a caldo ed è molto energivoro. Noi abbiamo ideato un processo a freddo, che permette un notevole risparmio energetico“.

 

 

 

I risultati raggiunti 

Ad oggi Rehub riesce a processare 200 kg di scarti al mese. Da questi si ricavano 200 kg di prodotti. L’obiettivo, però, è processare tonnellate di scarti. “Abbiamo fondato un’azienda per creare degli utili, facendo però qualcosa di utile al Pianeta. C’era un problema davanti a noi. Nessuno lo vedeva. Siamo partiti da una questione locale, ma ignoravamo che il tema dei rifiuti non riciclabili in vetro fosse così grande.”

Ma il tema dei rifiuti non riciclabili in vetro a Murano è rilevante a livello globale: in Europa ogni anno si stima che il comparto delle costruzioni generi circa 5 milioni di tonnellate di scarti di vetro. La maggior parte di questi finisce in discarica o viene trasformata in semilavorati per l’edilizia, in un processo di down-cycling che non rende giustizia a questo materiale.

“Il nostro sogno? Dare ai giovani l’esempio di un modo più sostenibile e tecnologico di fare impresa, e ai nostri figli un Pianeta migliore di come l’abbiamo ereditato”.