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Vetro, buone nuove

Italia, Europa e industria del vetro: come siamo messi? La panoramica dall’assemblea Assovetro

L’assemblea Assovetro

Il 2020 è stato un anno difficile per tutti: non ultimo per l’industria italiana del vetro. Nonostante l’Italia sia il secondo produttore di vetro nell’Unione Europea, con oltre 5 milioni di tonnellate annue, i mesi di lockdown sono stati un grande fermo. Da questa panoramica si salva, però, il dato riciclo: in Italia come in Europa, a casa si è riciclato di più e meglio; con un tasso d’aumento del materiale in vetro riciclato del 5%, contro però il 10% della carta e il 18% dell’acciaio.

La panoramica che proviene dall’Assemblea Assovetro lascia ben sperare. Il meeting, che ha previsto un bilancio del primo semestre 2021, si è tenuto a Polignano a Mare, cittadina pugliese, in settembre. Che sembra un mese appropriato tanto per tirare le fila, quanto per aprire nuove prospettive e scorci. Che cosa ne è emerso? Si è parlato tanto dell’emergenza attuale, che è insieme lavorativa, sociale e climatica; delle sfide e impedimenti che il futuro sembra porre. E delle opportunità, invece, da cogliere al volo.

Il tema della sostenibilità ambientale, sempre più scottante e urgente, sembra non poter far a meno dell’industria del vetro, e della catena del riciclo. Basti pensare che con il recente avanguardistico progetto Divina si va, sempre di più, verso un’ottimizzazione energetica e un impatto-quasi-zero, rendendo il vetro un materiale tanto più imprescindibile per la transizione ecologica.

 

Le nuove proposte

Un interrogativo proviene dalla recente Climate Law europea: un pacchetto di 14 proposte, denominato Fit for 55%, che rimette le nazioni al passo con gli obiettivi clima UE al 2030. Elemento più importante pare essere quello della decarbonizzazione; che è certamente il primo fronte su cui agire, se si vogliono tagliare o ridurre le emissioni per scongiurare l’emergenza climatica. In modalità simili il PNNR, Piano nazionale ripresa e resilienza, richiede al settore modifiche e ripensamenti. E si inserisce, più o meno coerentemente, nel generale progetto di riprese e aperture in tutta Europa.

«Il complesso delle risorse messe a disposizione dall’ Europa per far fronte alla crisi pandemica, supera i 1.000 miliardi», ha spiegato Graziano Marcovecchio, Presidente di Assovetro. «Il PNRR italiano dispone di 191 miliardi tra il 2021 e 2026. Purtroppo, però, per l’industria di base, caratterizzata da alti investimenti e alti consumi energetici come quella del vetro, il PNRR non prevede alcuna misura specifica».

L’Italia, insomma, mancherebbe del supporto e delle linee guida che invece sono presenti in «nazioni come la Francia, che ha previsto un fondo per la decarbonizzazione dei processi produttivi, o la Germania, con il consistente Fondo per la Ricerca industriale. In questo modo l’Italia rischia di perdere competitività, capacità produttiva e posti di lavoro rispetto alle manifatture di altri paesi».

E verrebbe forse a perdere, allora, il primato che la contrassegna; ad oggi l’industria del vetro può davvero essere detta una delle maggiori eccellenze del Made in Italy. Basti guardare ai numeri: seconda in Europa, si è detto, con un fatturato di 6 miliardi. E con quasi 30mila addetti in tutto il paese. Non dimentichiamo che l’Italia ha anche da vantare il 79% dei contenitori in vetro riciclati! Ha saputo raddoppiare in 20 anni il numero del packaging riciclato, arrivando dal più modesto 30% registrati nel 1998.

Un piano per il future made clear

È forse questo stesso slancio che viene rimesso in gioco, e sul tavolo, proprio da Assovetro. Che per far fronte alle richieste – dell’Europa da un lato, del governo italiano dall’altro – ha presentato il proprio piano verso la decarbonizzazione. Il progetto è stato stilato, passo per passo, da Assovetro ed altre associazioni e settori cosiddetti energy intensive (ovvero ad alta intensità energetica, o energivori: settori che necessitano, per funzionare a pieno regime, di alti consumi in termini di gas, elettricità e manodopera). Il piano d’investimenti, stimati a circa 15 miliardi di euro, promette la neutralità carbonica delle produzioni proprio entro il 2030.

Per un futuro chiaro, anche una chiara produzione. E un vetro, come promesso, cristallino.